lunedì 29 aprile 2013

Ci si può innamorare tutti i giorni?

Questa volta non parlo di ragazzi, ma - ancora - del  cielo norvegese. È come se potessi innamorarmi tutti i giorni della stessa cosa perchè è sempre diversa. Non suona strano?
Scrivo nei momenti liberi che ho a scuola. E potrebbe sembrare che io scriva solo quando mi annoio, ma non è così: scrivo quando penso di avere qualcosa di interessante da dire, scrivo quando sono super impegnata e mi serve un minuto libero, scrivo quando non so come dire a parole quello che mi frulla per la testa.
Cosa mi è successo di recente? Tutto e niente come al solito.
Ultimamente mi sono accorta di riuscire a rendere una giornata non particolarmente felice o entusiasmante comunque una buona giornata. Mi spiego meglio. Per esempio, l'altro giorno era nuvolo e c'era vento, non esattamente il tempo ideale, cosa che mi porta solitamente ad essere annoiata e, a volte, ad ascoltare canzoni un po' infelici. Però ho pensato che è inutile intristirsi per nulla e tataaaaaa!, mi sono messa ad ascoltare canzoni allegre mentre riordinavo la camera.
Ho anche notato che le piccole cose mi fanno sorridere. L'altro giorno stavo tornando da scuola e davanti a me c'era una bambina che, ad un certo punto, si è mezza a saltellare verso casa, così, dal nulla. E mi sono messa a sorridere tantissimo! Una cosa che mi ha fatto stare bene :)
Ho riniziato a cantare per strada, con le cuffie, a semi-alta voce. (Ho ripetuto così tante volte ad-alta-voce che non so più come si dica.) E chissenefrega della gente o del fatto che sono stonatina!
Venerdì sono andata a casa di una ragazzina norvegese che il prossimo anno sarà exchange student in Italia. A Milano. E abiterà a 10 minuti dal Duomo. Come ho sempre detto, è tutta questione di fortuna. Comunque sia, dopo aver mangiato i taco norvegesi, e dico norvegesi perchè non sono assolutamente come quelli messicani, mi ha chiesto come si dice questo e quello in italiano, le basi della conversazione, ha messo post-it sulle cose in camera sua con la traduzione in italiano. Mi ha ricordato tanto me all'inizio. Mi ha ricordato che un anno fa stavo aspettando la famiglia, che non sapevo nulla del Paese in cui sarei andata, non parlavo la lingua e avevo il magone allo stomaco al pensiero di partire. Penso che l'attesa sia stata frustrante e anche bella e che vorrei tornare ad un anno fa per poter fare tutto di nuovo!
Ma poi penso che è bello anche essere arrivata fin qua, la sensazione di essere quella di prima, ma anche diversa, più consapevole, meno superficiale forse, più pronta per le cose che non conosco e che non ho mai fatto, ma che sarò più disposta a fare dopo tutto questo.
Davvero è difficile spiegare cosa si prova a fare un'esperienza del genere. Cosa di prova prima, nel frattempo, dopo. È difficile dire quanto si sia imparato senza sembrare presuntuosi.
Ma questo è un problema che mi porrò tra 2 mesi. Tra esattamente 2 mesi sarò in Italia.
Sono passati  mesi? Dov'è finito il tempo?
Vorrei riaverne un po' indietro!
Ogni tanto sento che questo posto è mio, ma lo sento ancora straniero, come se ci fosse qualcosa che non so. Si impara a conoscere un Paese come si impara a conoscere le persone. Ci si adatta. Ci si abitua. Piano piano si capisce.
Inizio sempre a parlare di cose concrete per finire a parlare di sentimenti, sensazioni.
Io non ho cuore e cervello separati ogni tanto, ho un cuorcello/cervuore.




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