mercoledì 29 maggio 2013

Gratulerer med dagen Norge!

Quanto tempo è passato dall'ultima volta che ho scritto? Troppo direi!
In questo ultilmo mese sono successe tante cose ed è trascorso così in fretta che non me ne sono quasi resa conto. Per un momento ci riflettevo e in quello dopo ero già impegnata a pensare a qualcos'altro.
Un giorno importante è stato il 17 maggio, il nostro 2 giugno italiano per intenderci. La festa nazionale norvegese è qualcosa di speciale, si sente davvero l'amore che tutti hanno per la propria patria. I norvegesi sono estremamente patriottici, non ho mai sentito qualcuno parlare male della propria nazione da quando sono arrivata in agosto, al contrario di come molti italiani fanno. Ma non voglio iniziare un discorso su questo, risulterei solo noiosa.
Comunque sia, sono andata con la mia famiglia ad Oslo per festeggiare questa giornata importante. Se dovessi descriverla in poche parole direi: coccarde, barnetorget, bunad, inno, pølse, gelato. Ma visto che non sono mai di poche parole, ecco qua come è stata la mia giornata.
La mattina non ci si sveglia tardi: solitamente si fa colazione con la famiglia o con gli amici, una signora colazione, indossando già i bei vestiti per il dopo. La colazione si consuma presto perchè il barnetorget comincia attorno alle 8, in qualunque città norvegese vi troviate, grande o piccola che sia. Il barnetoget è la "sfilata" dei bambini della scuola elementare nelle vie della città e di seguito, se ho capito bene, ci possono essere anche i russ (non so se ne ho parlato) e altri giovani. E ovviamente la banda! Io non sono andata a vedere quello nella mia città ma, appunto, sono andata ad Oslo perchè i miei genitori volevano che fosse speciale per me. Appena arrivati, avremmo dovuto assistere alla, se così si può chiamare, esibizione dei militari, ma c'erano troppe persone davanti ed ero troppo bassa per vederci qualcosa ovviamente! Una cosa che ho notato era che le persone non facevano tanto rumore; per esempio, immaginate di essere in una città italiana in un giorno di festa: non si deve parlare ad alta voce ogni tanto per essere sentiti? In Norvegia non è così e quella parte forse mi è mancata.
Comunque, ho visto il barnetorget dallo spiazzo davanti al castello reale, da cui si vedeva tutta la strada principale colorata di rosso, bianco e blu (che abbinamento bellissimo!) e piena di gente nel costume tradizionale, il bunad, o con "vestiti da festa", come li chiamava mia mamma quando ero piccola.
Dopodichè ho incontrato alcuni AFSers, con cui ho comprato una pølse (per chi non si ricordasse, una cosa a metà tra la salsiccia e il würstel) e dopo il gelato, due cose che si mangiano sempre il 17 maggio. Dopo 15 minuti di pioggia forte, è spuntato il sole (e non vi dico che caldo). Alla fine, rimasti in tre, siamo andati a vederci un film a casa e a far rimbalzare i sassi al mare.
Un'altra cosa importante è dire "Gratulerer med dagen" l'uno all'altro. Vuol dire "auguri". Capite quanto tengono a questa giornata? Auguro a tutti di vivere una giornata così. Se non la si vive non si può davvero capire cosa vuol dire sentirsi parte di una nazione che non era tua, ma lo è diventata. Non si può capire cosa vuol dire sentire l'inno cantato e salutare il re con la mano. Dire "Hurrà" al re. È una cosa strana ma speciale. Ed è un'altra cosa che porterò con me.

Devo assolutamente scrivere un altro post per raccontare il resto perchè questo diventerebbe solo pesante e noioso.

Con il cuore soprattutto verde-bianco-rosso, ma anche un po' blu-bianco-rosso - solo un colore di differenza, visto? Non può essere una coincidenza ;)

La foto non è il massimo, le altre non le trovo ahah

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